La biomeccanica corneale studia la struttura della cornea stessa in termini di rigidità ed elasticità.
Che cos'è la biomeccanica corneale?
La biomeccanica corneale studia la struttura della cornea stessa in termini di rigidità ed elasticità.
Il Prof. Paolo Vinciguerra fa parte del team internazionale di ricerca che ha sviluppato un nuovo strumento per lo studio della biomeccanica corneale e cioè il Corvis ST, uno degli ultimi ritrovati della diagnostica della cornea (la parte più esterna del nostro occhio).
A cosa serve?
La biomeccanica corneale costituisce l’ultima avanguardia per la diagnosi precoce di alcune malattie gravi della cornea, come il cheratocono cioè misurare non solo la forma e lo spessore della cornea ma la sua resistenza allo stress e al suo comportamento meccanico.
È un importante esame di screening prima di sottoporsi ad un trattamento di chirurgia refrattiva per la correzione del difetto visivo.
Lo studio della biomeccanica corneale è di estrema utilità nella valutazione corretta della pressione dell'occhio che quindi non è più influenzata nella sua misura dallo spessore corneale, dalla sua rigidità e dalla curvatura corneale.
Diviene quindi fondamentale per misurare la pressione dopo chirurgia refrattiva, dopo trapianto della cornea e nel glaucoma.
CORVIS ST
Come funziona il Corvis ST?
Questo sofisticato strumento è dotato di una particolare telecamera Scheimpflug che, dopo un lieve soffio d’aria, è in grado di catturare 4330 immagini/secondo e ottenere importanti informazioni sulla biomeccanica corneale.
È pericoloso?
L’esame si esegue tranquillamente durante una normale visita oculistica ed è totalmente innocuo ed indolore.
Chi può effettuare una misurazione con il Corvis ST?
Tutti i pazienti previa valutazione dell'operatore sanitario in quanto potrebbe essere sconsigliato in pazienti che presentano importanti disepitelizzazioni corneali.