Cataratta

Cataratta

Cos'è la cataratta?

La cataratta è l’opacizzazione del cristallino, la lente che all'interno dell'occhio ha la funzione di mettere a fuoco le immagini da proiettare sulla retina. È un problema frequente dopo i 60 anni, e affligge addirittura il 95% degli over 75. Nel 5% dei casi, tuttavia, compare in persone più giovani: in questi casi la malattia può essere congenita o essere causata da farmaci, traumi o malattie.

A provocarla, nella stragrande maggioranza dei casi, è l'invecchiamento che fa aggregare tra loro le proteine del cristallino e le espone a processi di ossidazione, come se arrugginissero. Per questo un'alimentazione sana e ricca di frutta e verdura può contribuire a prevenire il fenomeno, che è favorito anche dall'esposizione prolungata ai raggi ultra violetti, dal diabete, dal fumo. Ecco perchè è importante anche usare sempre gli occhiali da sole, tenere sotto controllo la glicemia ed evitare di fumare.

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Come si cura?

L'unica terapia per la cataratta è la sua rimozione chirurgica. L'intervento consiste nell'asportazione della porzione opacizzata del cristallino e nell'impianto di una lente sostitutiva di materiale plastico (cristallino artificiale o IOL, Intra Ocular Lens). I progressi tecnologici degli ultimi anni che hanno consentito di rendere molto più rapido e meno invasivo l'intervento non devono tuttavia trarre in inganno, inducendo a credere che si tratti di un'operazione banale: si tratta di una procedura molto delicata, in cui occorre effettuare la sostituzione della lente preservando la sua capsula naturale, costituita da un involucro sottilissimo, di soli 5 micron di spessore (per confronto, si pensi che un capello ha un diametro nell'ordine dei 60 micron).

Il chirurgo effettua l'intervento da un apertura di soli 2 mm e all'interno dell'occhio ha uno spazio massimo di 3 mm al centro e meno di 1 mm alla periferia del campo chirurgico. In questo spazio ristretto deve operare senza danneggiare la capsula naturale. Perciò è importante a questo scopo non solo la disponibilità di attrezzature adeguate ma anche l'abilità e l'esperienza del chirurgo, che deve essere preparato e addestrato a eseguire con precisione l’operazione.

La procedura non deve quindi essere sottovalutata sebbene in Italia, ogni anno, vengano eseguiti oltre 500.000 interventi per la cura della cataratta e l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia identificato l'intervento di cataratta come la procedura chirurgica più praticata al mondo, e anche la più sicura. L'evoluzione della tecnologia consente oggi anche di ripensare la tempistica dell'operazione. Un tempo si aspettava a intervenire quando la patologia era in fase avanzata e la visione ormai notevolmente compromessa. La strategia di attesa era giustificata da un lato dai rischi dell'intervento, che dovevano essere controbilanciati da una condizione grave, e dal fatto che il cristallino molto opacizzato e indurito poteva essere rimosso con maggiore facilità. Con le metodiche di oggi, più sicure e meno invasive, questa attesa non è più necessaria. Il momento migliore per intervenire deve essere oggetto di discussione tra il medico e il paziente, che deve valutare soggettivamente quando l’evoluzione della malattia compromette la sua vista in modo da influire sulla sua attività di ogni giorno, in relazione al suo stile di vita, alla professione svolta, alle esigenze personali.

Nel colloquio con il medico, al paziente sarà anche spiegato quali aspettative può ragionevolmente avere sull'intervento: se gli consentirà di eliminare totalmente l'uso degli occhiali o di limitarlo ad alcune attività, per esempio alla guida, se permetterà di ottenere una vista ottimale o se comunque non potrà rimediare ad altri tipi di patologie che compromettono la visione, per esempio a livello della retina. La sostituzione chirurgica del cristallino può essere effettuata con vari metodi: mentre un tempo la tecnica di asportazione della lente opacizzata era meccanica, oggi si basa sull'aspirazione del materiale dopo averlo fluidificato con gli ultrasuoni. L'evoluzione delle lenti consente oggi di effettuare una incisione molto più piccola (1,8-2mm) di quella che si faceva un tempo (3,5-4 mm), con una tecnica che permette di richiudere l'apertura con un meccanismo a valvola, senza bisogno di punti.

Le lenti intraoculari

Per la cura della cataratta, vengono utilizzate diversi tipi di lenti, le cui caratteristiche sono calcolate dal chirurgo per correggere, insieme con l'opacità del cristallino, anche alcuni difetti di refrazione dell'occhio. La valutazione individuale tiene conto non solo delle caratteristiche cliniche e anatomiche del paziente, ma anche delle sue esigenze e abitudini: talvolta può essere opportuno, per esempio, lasciare un leggero grado di miopia per evitare di dover sempre mettere gli occhiali da vicino, o viceversa. Le lenti fornite dal Servizio sanitario permettono di risolvere in maniera efficace e sicura il problema della cataratta e contemporaneamente intervenire su miopia oppure ipermetropia. A richiesta del paziente e su indicazione del medico, invece, si possono utilizzare altre lenti più sofisticate con caratteristiche particolari:

  • Lenti multifocali, ossia capaci di mettere a fuoco a due distanze, una da lontano e una da vicino, che possono quindi correggere sia la miopia, sia la presbiopia, contemporaneamente.

  • Lenti toriche, che consentono di correggere l'astigmatismo, difetto visivo congenito per cui gli oggetti appaiono distorti e sfuocati sia da lontano sia da vicino. Per questa condizione, quindi, la correzione con lenti interne è particolarmente indicata, anche perchè rende poi più facilmente tollerabili gli occhiali multifocali utilizzati per ovviare a miopia e presbiopia.

  • Lenti toriche multifocali, che combinano i due ef fetti.

  • Lenti asferiche, la cui forma più curva nel centro e piatta ai bordi, compensando i naturali difetti della cornea, permette una visione migliore in qualsiasi situazione, anche al buio. Gli esperti di Vincieye hanno sviluppato un particolare software per calcolare con maggiore precisione la curvatura da preferire per il singolo paziente, guidando la scelta della migliore lente da utilizzare in ogni caso.

  • Lenti filtrate, che grazie a speciali pigmenti assorbono e filtrano i raggi potenzialmente dannosi per la retina.

L'intervento

La rimozione chirurgica della cataratta viene effettuata con microscopio operatorio in anestesia locale, semplicemente con gocce di collirio anestetico. L'operazione è indolore e dura 15-20 minuti. Nella stragrande maggioranza dei casi non sono necessari punti di sutura. L'occhio resta bendato solo un solo giorno e già dopo alcuni giorni si ha un sufficiente recupero visivo, che è completo dopo 10-15 giorni. Dopo un tempo variabile da mesi ad anni è possibile l'opacizzazione dell'involucro del cristallino, che viene volutamente lasciato per alloggiare il cristallino artificiale (cataratta secondaria): in questi casi un veloce trattamento ambulatoriale con uno specifico laser (YAG laser) risolve il problema definitivamente.

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Domande frequenti

Quando è necessario intervenire?

Il momento giusto per curare la cataratta dipende dal grado di evoluzione e dal disagio visivo che essa comporta. La decisione è quindi presa dopo un confronto tra medico e paziente valutando i risultati degli esami e l'entità del disturbo. La maggior parte degli oculisti consiglia l'intervento chirurgico quando la cataratta inizia a compromettere la qualità della vita o a interferire con le normali attività quotidiane, come leggere o guidare di notte.

È un intervento sicuro?

Sì. È uno degli interventi più eseguiti al mondo. I Centri più accreditati ne eseguono diverse migliaia ogni anno. Come tutti gli interventi chirurgici sono possibili complicazioni però percentualmente modeste.

Ci sono controindicazioni all'operazione per la rimozione della cataratta?

Le controindicazioni più frequenti sono il diabete scompensato e l'ipertensione non controllata, oltre alla presenza di altre patologie acute in corso.

L'intervento per rimuovere la cataratta può essere rimandato?

Nella maggior parte dei casi rimandare l'intervento non è pericoloso e non riduce la probabilità di recuperare la vista quando si deciderà di intervenire purchè la cataratta non sia causa di altre patologie come in alcune forme di glaucoma o qualora vi siano degli spazi pericolosamente ridotti all'interno dell'occhio. Attendere oltre il limite suggerito dal curante costringe poi ad operare in condizioni cliniche meno favorevoli e con incremento del rischio. Tuttavia, se la rimozione viene posticipata sono raccomandati controlli periodici per monitorare la progressione della malattia.

Posso correggere miopia, astigmatismo o ipermetropia insieme all'operazione di cataratta?

Su attenta valutazione medica la lente artificiale può essere calcolata per correggere i difetti visivi preesistenti (miopia e ipermetropia) o per lasciare un difetto residuo desiderato e concordato con il paziente. L'astigmatismo può essere corretto con apposite lenti intraoculari.

Quali sono le differenze tra le diverse lenti intraoculari?

Esistono lenti intraoculari che possono consentire una visione da lontano e da vicino, il cui uso va valutato caso per caso, lenti filtrate che "proteggono" la retina da radiazioni luminose potenzialmente pericolose, lenti asferiche che compensano i naturali difetti della cornea e consentono una generale migliore visione.

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